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Roma, 31/05/2007 ore 21.20.43
««« Caso Visco, possibile la fiducia al Senato

Prodi presente in aula prima di volare al G8 di Heiligendamm e, alle strette, il ricorso estremo alla fiducia. Una via d'uscita che lascia di stucco Antonio Di Pietro: "Fiducia? E su che cosa?". Eppure mercoledì 6 giugno, al Senato, potrebbe finire così il dibattito sul vice ministro dell'Economia Vincenzo Visco e sulle presunte pressioni sul comandante della Gdf Roberto Speciale per trasferire gli ufficiali che indagavano su Unipol-Bnl. Chiesto dalla Cdl che, con una mozione, pretende il ritiro della delega alla supervisione sulle Fiamme Gialle, il confronto mette in crisi la maggioranza che normalmente conta solo su due voti in più (158 a 156) e rischia di sfociare in una drammatica conta su cui peserà il voto dei senatori a vita. A destra la Lega con Roberto Calderoli e Roberto Castelli tenta una nuova mossa a sorpresa, tanto da aver già presentato un'ulteriore mozione che "impegna il governo a esprimere fiducia alla Gdf e in particolare a Speciale". All'opposto l'ex presidente Francesco Cossiga chiede che Speciale venga mandato a casa al più presto.

L'Italia dei valori di Di Pietro ha già depositato il testo di una mozione in cui si chiede a Visco di fare un passo indietro lasciando "la delega al coordinamento della Gdf almeno fino all'accertamento completo dei fatti". Di Pietro è esplicito: "Visco e Speciale hanno fornito due versioni discordanti, il magistrato sta lavorando per individuare la verità e la presenza di Visco in veste di coordinatore può inquinare le prove, quindi deve farsi da parte. In un paese normale non si dovrebbe neppure arrivare al voto, la questione sarebbe risolta prima". Il capogruppo di Idv al Senato Nello Formisano non nasconde che la mozione potrebbe raccogliere altri consensi oltre i quattro dei colleghi di partito. Come quello di Lamberto Dini. "La sua segreteria ha chiesto alla nostra un copia della mozione" rivela Formisano. Che conferma invece l'adesione dell'ex pdci Fernando Rossi. Sergio De Gregorio, ex Idv e ora animatore di Italiani nel mondo, voterà il testo e spingerà sulla Cdl per fare altrettanto.

Non basta. Il dissenso su Visco si allarga nella maggioranza, mentre il vice ministro lavora, come assicurano dal suo ufficio, "a un corposissimo dossier per dimostrare che non ci fu alcuna pressione". A invitare Visco ad "auto sospendersi" sono gli ultraulivisti della Margherita Willer Bordon, Roberto Manzione e Natale D'Amico che hanno annunciato per oggi un ordine del giorno. Bordon usa toni soft che non sminuiscono la sostanza: "Stimiamo Visco, ma conoscendo la sua correttezza istituzionale siamo certi che vorrà auto sospendersi finché non sarà dissipato ogni dubbio sulla richiesta di trasferire gli ufficiali". Manzione non rende pubblico il nome, ma annuncia che alle loro tre firme se ne potrebbe aggiungere una quarta.

E siamo già a nove voti in meno. Che fanno dire a Cesare Salvi di Sinistra democratica: "Un fatto è inoppugnabile, al di là di quello che potrà accadere mercoledì. Ad oggi la maggioranza può contare su nove voti in meno al Senato. Su questa oscura vicenda vogliamo chiarezza. Abbiamo già chiesto al governo di dare un'adeguata risposta ben prima che il caso sia dibattuto al Senato". La sinistra radicale si preoccupa ma fa muro. Emanuela Palermi, capogruppo di Pdci e Verdi, non ha dubbi sul voto a favore di Visco e altrettanto fa Giovanni Russo Spena di Rifondazione. Che dice: "Bisogna stare attenti, qui si rischia la solita imboscata della destra". Per questo ha già chiesto un incontro urgente al governo per lunedì prossimo. Passi identici in casa ulivista. La capogruppo Anna Finocchiaro ha parlato più volte col sottosegretario Enrico Letta e il ministro Vannino Chiti per evitare un dibattito alla cieca che scarica sulla maggioranza al Senato un delicato problema del governo.

A complicare un voto già a rischio è esploso ieri sera anche un caso Visco-Mastella per un fuori onda di Striscia la notizia in cui il vice ministro dell'Economia, a margine di una conferenza stampa, commenta col portavoce Silvio Sircana l'assenza del collega della Giustizia: "È un crumiro e ci ha pure fregato un sacco di soldi". Palazzo Chigi minimizza (Visco parlava del consiglio appena concluso e dei fondi chiesti e ottenuti da Mastella), ma il Guardasigilli minaccia: "O Visco mi chiede scusa o domani mi dimetto". Ribatte Visco: "Era solo una battuta".


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Ultimo aggiornamento pagina: 22/6/2007 05:20:27
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